mercoledì 14 settembre 2011

kiss the rain

Amo quando mi viene questo irrefrenabile impulso di scrivere, di imprimere l'inchiostro della biro su carta bianca e non sapere mai di cosa parlerò.

Amo la pioggia che scende dal cielo violentemente per poi cadere sull'asfalto tanto dolcemente, quasi in silenzio, quasi come quelle manine giapponesi che ti massaggiano la schiena con indomita delicatezza e arte.

Amo i respiri della gente che corre affannata sotto i portici e le saracinesche dei negozi di periferia, i loro capelli attaccati ai volti quasi a volerne contornare i tratti, le gocce che si posano sulle labbra e le lingue che invisibilmente le cancellano.

Amo le gonne delle donne risaltare quei sederi tondi con un po' di cellulite, i jeans bagnati degli uomini attaccarsi alle gambe muscolose, tanto da desiderare che tutto intorno svanisca e di esser le sole due creature al mondo; magari sotto a un lenzuolo caldo, in un letto confortevole.

Amo il cielo ingrigirsi e confondersi con i muri, i palazzi ed i lampioni spenti.

Amo il modo in cui i bambini si stringono ai colli dei papà e al ventre delle mamme.

Amo l'ingenuità delle fabbriche che creano ombrelli colorati nella vana credenza di smorzare una tristezza che in realtà non esiste.

Amo quando i fulmini illuminano e fendono foschie di nebbia, e come alla fine di tutto - quasi fosse un rapporto violento, passionale, vivo - giunge l'arcobaleno con i suoi sette colori e milioni di sfumature riflesse nelle pozzanghere della città, nella terra dei campi, negli occhi della gente.

La pioggia non è altro che un atto di amore romantico: l'incontro, la passione, l'orgasmo, la pace.

Nessun commento:

Posta un commento